Descrizione Progetto

Francesco Ciccotti: PanoramicaMente

 

Il titolo nasce dal binomio tra foto Panoramica, come ripresa ad ampio angolo e Mente, come visione wide con i nostri occhi, molto aperta al Mondo che ci circonda. È la voglia di rappresentare in ogni singola immagine, tutto ciò che la mente, ha registrato attraverso lo sguardo in un medesimo istante, in uno stesso momento; è tutto ciò che io come fotografo, sono stato stimolato a fotografare e a condensare in una singola immagine.

Il tema della Mostra è il paesaggio intorno a noi, fatto di visioni sospese al suolo…di luoghi non luoghi e di immagini reali che appaiono surreali con un gioco di bidimensionalità e tridimensionalità…una forma di espressione ironica e provocatoria.

Le foto riguardano la natura e i luoghi dell’Arte Classica, rappresentata con dei piccoli Mondi, depurate da ogni forma di civilizzazione selvaggia, da cui negli anni sono stati sempre più annientati; esaltando uno spaccato dell’ambiente rurale che limita e confina la cementificazione impetuosa, quasi a voler rappresentare la rivincita della natura e dell’Arte sul progresso.

Il progetto

PanoramicaMente” è un lavoro tra Fotografia e Design. Il progetto è composto da una sessantina di opere, stampate su tela, in medio e grande formato (100×100 e 50×50). Le Stampe constano di una creativa possibilità espositiva modulare. Ad accompagnare questo intenso lavoro la recensione d’autore del grande critico Enzo Carli:

“L’immagine è manifesta degli stati d’animo, del grido di disperazione o dei fantasmi del sogno del fotografo al punto che si instaura un rapporto quasi organico tra l’oggetto rappresentato e le proprie motivazioni. I pretesti individuati nell’esistenza banale, e l’inquietudine, deformata, istintuale, violenta, liberatoria, conducono l’operatore ad una stretta simbiosi con quello che intende rappresentare, e, nella rivolta culturale, l’interiorità converge con l’immagine.

La fotografia come una trasformazione di intime convinzioni; un‘ estraneità magica filtrato dal ricordo ed intrisa della poesia degli spazi. Immagini come specchio dell’esistenza che attingono nei viaggi dei territori immaginari di spazi interiori. La fotografia è per Ciccotti una rievocazione di interessi che spaziano, nei territori della sua terra, nei cicli e nelle stagioni della comunicazione. Sono reticoli di memorie, riporti quasi invisibili del suo universo mentale. Rifugge dalle presunzioni, abbastanza usuali tra gli artisti contemporanei; sa che il dovere di ogni ricerca è di ritrovare l’autenticità di un rapporto con i vari aspetti della vita, conoscere i legami tra le forme espressive e recuperare l’influenza del nostro patrimonio e della nostra origine.

Stupiscono queste immagini di Francesco Ciccotti: sono nuove, espressive, intime, delirate; sono un’avventura grafica che racchiude puzzle pieni di enigmi distintivi, disseminati lungo il percorso. Sono paesaggi come storie da sbloccare e da recuperare, serie di azioni da mettere in un ordine preciso ma anche peripezie testuali riprese da un inventario, dal quale il protagonista conserva forme e sensazioni rinvenuti in precedenza.

Come un writer-graffitista architetta attuali espressioni, sfornando un loop – ciclo continuo – di paesaggi essenziali alla ricerca di godimenti e sorprese, togliendo le reti di comunicazione sovrabbondanti; coniuga il trasferimento della sua interpretazione del reale in uno spazio fantasmagorico le cui coordinate sono legate ad un’interpretazione intima della funzione di conoscenza come centro evocativo.

Una forma d’espressione ironica e provocatoria, tesa a negare valori ragionevoli che esprimono liberamente, fuori da schemi precostituiti, passioni e disagio esistenziale e dove il recupero delle emozioni avviene in modo automatico fuori da intenti descrittivi grazie ad una sorta di ideismo soggettivo delle forme.

Un coinvolgimento deciso che implica una conoscenza antropica, impronte di processi morfologici che sono stati registrati e trasmessi con gli strumenti della nostra civilizzazione sensibile, come una presa di coscienza sui processi urbani e ambientali ma anche realtà cromo-grafica nella quale calarsi dall’interno con le proprie visioni e distacco esistenziale.

Come colui che discende, l’Avatar Ciccotti, per traslazione metaforica coniuga in uno spazio virtuale dei piccoli mondi, progetta per queste immagini linguaggi para-artificiali e frammentati che affascinano e stupiscono gli osservatori per la compressione di realtà; vi è altresì una strana convergenza tra il livello di aggregazione e il grado di separazione, una sorta di teoria dei grafi che mette in luce le essenziali reti di collegamenti della rappresentazione e riepiloga lo spazio.

Immagini che determinano modifiche rispetto allo stato della visualizzazione e provocano un’emozione completamente svincolata dal relais raziocinante; la forza del valore aggiunto, di surplus di senso, consente alla percezione visiva di innescare l’emozione, inducendo stati d’animo tra sorpresa e fascino, angoscia e fremito evocativo”

Caratteristiche delle opere

Le opere sono:

  • Stampate su tela, ad eccezione di alcune di tipo fotografico Fine Art su pannello piuma
  • Dimensione 100x100cm (spessore 2cm) oppure 50x50cm (spessore 4cm)
  • Tiratura limitata

Si sottolinea che è possibile effettuare stampe di dimensione “personalizzata” maggiore a 100x100cm.

Francesco Ciccotti

 

Parallelamente al corso di studi  come Perito Tecnico Industriale  prima e quelli in  Architettura dopo,  ho frequentato vari corsi di fotografia e soprattutto ho acquisito esperienza in questo campo, facendo l’assistente come fotografo di Moda e svolgendo lavori saltuari come fotografo pubblicitario per sostenermi economicamente agli studi.

Per quasi 30 anni ho svolto la professione di Architetto e ho realizzato centinaia di  interni sel campo della ristorazione, del beverage e dell’entertainment, a forte impatto emozionale.

Le pubblicazioni  dove sono riportate le mie opere, sono centinaia e tutte prestigiose; tutto il materiale fotografico fornito da me alle varie case editrici, era prodotto da me negli anni in cui ho sempre coltivato questo grande amore per la fotografia. Tale passione è stata così forte, che negli ultimi 5 anni, gli ho sempre dedicato più tempo, fino a farla diventare  la mia prima ragione di vita.

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